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Performance in Silent System 🎧

pintor de palabras

Pintor de Palabras, nasce dall’esigenza di raccontare un uomo e un artista che, nonostante una vita  difficilissima, tra esili, guerre e, a tratti, miseria, ha continuato a desiderare la vita e a battersi per fare arte.  Rafael Alberti, esiliato con la moglie, la scrittrice e attivista Maria Leon, da  Francisco Franco dopo la guerra civile spagnola, ha girato il mondo sin dal 1930. Gli ultimi quindici anni di esilio, (1963-1977) li ha passati tra Roma e Anticoli  Corrado, diventando uno dei protagonisti dell’ambiente d’avanguardia italiano di quel decennio. In Pintor de Palabras lo abbiamo tolto dalla sua dimensione  mitica e immerso in una più umana. Nella relazione e nel conflitto con una donna che vorrebbe amante, ma  che amante non può essere. In una notte di festa per lui,  durante l’ultima estate ad Anticoli Corrado, sul finire degli anni ‘70, Rafael si rifugia nella bottega vuota di un  vinaio con cui ha un debito, in compagnia di una psicanalista di nome Antonia.

La performance è un ibrido tra digital art e spettacolo dal vivo nel quale lo spettatore viene  coinvolto in un viaggio in silent disco, che unisce i linguaggi del radiodramma, della videoarte e della performance d’attore.

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Crediti
drammaturgia di Giacomo Sette
regia di Simone Giustinelli
assistente alla regia Marika Ruta
con Gloria Sapio e Maurizio Repetto
musiche del M° Andrea Cauduro
direzione tecnica Luca Rossi


Donna che nuota sott’acqua

Una performance tra short story, musica e radioteatro che indaga il rapporto tra arte, genio e identità umana,, attraverso la figura  di Arturo Martini, uno dei più grandi scultori del ‘900. In tre momenti diversi della sua vita Martini ripercorre l’origine di una delle sue opere più importanti, Donna che nuota sott’acqua, attraverso tre flash dal suo passato in qualche modo legati alla sua realizzazione. Tre racconti brevi scandiscono il tempo della creazione: un primo ambientato ad Anticoli nell’estate del ‘26, dove il giovane scultore incontra una donna misteriosa di cui s’innamora, senza riuscire a vederle il viso. Nel secondo racconto, Marina di Carrara 1942, lo scultore ne incontra una simile o magari la stessa. Nel terzo, Venezia 1944, ospita nel suo studio il giornalista Gino Scarpa con cui sta creando una specie di autobiografia che diventerà poi l’incompiuto Colloqui sulla scultura. Gino, però, appena sfollato da Milano, non sembra interessato alla vita di Martini, quanto ad un’opera la cui bellezza sembra tormentarlo da quando l’ha vista dar scandalo alla Biennale di Venezia, due anni prima… La Donna che Nuota sott’acqua. I tre racconti, narrati da Gloria Sapio e Maurizio Repetto, attraversano con immagini suggestive la temperatura umana di Martini, indagando il legame tra l’uomo e la sua arte, tra l’umanità e la creatività. La Performance avviene in cuffie silent-disco ed è divisa in tre stazioni che lo spettatore raggiunge visitando il luogo che la ospita. Nella terza stazione i due attori recitano dal vivo, accompagnati dalle musiche di Andrea Cauduro e Luca Theos Boari Ortolani..

Arturo Martini (Treviso 1889 – Milano 1947) si è formato nonostante  la fame andando contro un destino che sembrava segnato e nel corso della sua vita ha lavorato qualsiasi materiale  disponibile secondo stili e suggestioni spesso diversissime tra loro. La sua grande ossessione era di far superare alla  scultura la gabbia delle tre dimensioni. Donna che nuota sott’acqua fu una delle sue opere mature e più complesse, un corpo di nuotatrice senza testa scolpito come se lo si guardasse dalla superficie dell’acqua mentre nuota sul fondo. La scultura, conturbante, strana, quasi viva, sconvolse la fascistissima critica della kermesse, costituendo un vero e proprio scandalo nel panorama razionalista e imperialista della mostra.

👉 Per saperne di più su Arturo Martini 👈

Crediti
drammaturgia e regia di Giacomo Sette
con Gloria Sapio e Maurizio Repetto
luci, fonica e aiuto regia: Luca Rossi
musiche originali: Andrea Cauduro e Luca Theos Boari Ortolani


Niente lacci per le scarpe

Cosa c’è dietro un artista? Quali affetti e che tormenti lo muovono? Che tipo di umanità è alla base della sua arte? Queste sono alcune delle domande da cui nasce Niente lacci per le scarpe, un racconto teatrale immersivo che attraverso la tecnologia delle cuffie silent system, unisce drammaturgia contemporanea e documentario, raccontando con le voci di Gloria Sapio e Maurizio Repetto lo scultore Andrea Spadini dagli occhi, le parole, il sangue, la pancia, l’amore e la rabbia di sua figlia Lorenza, psicoanalista specializzata in psicodrammi. Niente lacci per le scarpe è un viaggio teso tra poesia e verità – estremamente autentico, onesto, intimo, crudo – nella pancia di una famiglia e dello spettatore. Tutto attraversa l’udito, un senso misterioso, che apre mondi scatenando immagini. Per ciascuno diverse, ma emotivamente simili.

Andrea Spadini (Roma 1912 – 1983) Inizia la sua formazione, accanto al padre, il pittore Armando Spadini, dedicandosi alla scultura. Fu assistente del grande artista Arturo Martini e dal 1935 espone alla Quadriennale di Roma. A New York, nel 1956 si tenne la prima mostra di Spadini in America dove vanno ricordate le sculture in bronzo di animali che decorano e animano il grande Orologio Musicale dello Zoo di Central Park, a Manhattan.

Il lavoro è suddiviso in tre parti, legate tra loro dagli intermezzi dell’autore, che racconta come ha ricostruito, attraverso il rapporto con i suoi affetti, il profilo del nonno mai conosciuto. Non solo un grande artista e un partigiano, ma un uomo estremamente difficile e tormentato. Ne esce un ritratto ora tenero, ora durissimo.

Il pubblico segue la storia attraverso le cuffie muovendosi liberamente nello spazio e scegliendo quale storia ascoltare in base ad  alcune informazioni poetiche che l’autore gli dà di volta in volta. Su ogni canale delle cuffie silent disco (dotate di tre canali diversi), viene raccontato un punto di vista diverso sulla stessa storia.

👉 Per saperne di più su Andrea Spadini 👈

Crediti
ideazione e regia Simone Giustinelli
drammaturgia Giacomo Sette
voci Gloria Sapio e Maurizio Repetto
musiche e sonorizzazioni Andrea Cauduro
light design e direzione tecnica Luca Rossi
collaborazione alla drammaturgia Fulvia Cipollari
collaborazione al sound design Lorenzo Antoniucci
progetto grafico Federica Terribile


la sposa del vento

Circondato da una galleria digitale di opere di Oskar Kokoschka da fruire attraverso i codici QR, gli spettatori ascolteranno la storia dietro la più importante opera del pittore austriaco: La sposa del vento. Dietro a questo quadro, che lo rese famoso in tutta Europa, c’è la tormentata storia d’amore con Alma, compositrice e vedova del compositore Mahler. I due si trovano in un momento difficilissimo delle loro vite, dove tutte le cose non possono che andare male. Oskar e Alma scatenano l’uno il peggio dell’altra, lo scultore immagina addirittura che l’amata lo tradisca con il fantasma dell’ex marito. Alma lo lascerà, per salvarsi la vita. Da questa separazione nasce il quadro al centro della storia. Abbiamo immaginato i due in tre momenti diversi del loro rapporto: alla fine a Vienna nel ‘14, subito dopo la fine, quando Oskar si arruola per dimenticarla e cercare di morire, in Galizia, nel ‘15 e molti anni dopo la fine, negli anni ‘30 ad Anticoli Corrado, dove Oskar sta finendo un quadro nel suo studio e Alma, in viaggio con la figlia a Tivoli, viene a trovarlo. A legare le tre storie un filo inaspettato, l’uovo. Un uovo che bolle. L’uovo di uno strano animale che cova solo d’inverno. L’uovo sodo perfetto. L’uovo, che secondo Kokoschka, è la forma assoluta, perfetta.

I racconti in cuffia sono divisi in quattro parti, con atmosfere uniche scelta per ciascuna, accompagnati da una performance di videoarte e da un momento di azione scenica dal vivo degli attori, che parlano direttamente in cuffia. Questa performance si sviluppa in parte in realtà aumentata, dove, attraverso i propri device, il pubblico avrà la possibilità di cercare e seguire i due fantasmi di Oskar e Alma, o potrà vedere spalancarsi la Vienna del 1910 e ritrovarsi in una trincea sotto il fuoco nemico nel luogo in cui avviene lo spettacolo.

👉 Per saperne di più su Oskar Kokoschka 👈

Crediti
drammaturgia e regia: Giacomo Sette
con Gloria Sapio e Maurizio Repetto
direzione tecnica: Luca Rossi
musiche e sound design: Andrea Cauduro e Luca Theos Boari Ortolani.